Il Bang e la scacchiera - Mario Botta

Gli anni del linguaggio: 1968-77

"Gli anni '60 erano pieni di speranze e poi tutti si sono depressi, e i '70 sono stati terribili"- cosi John Lennon interpreta questo momento di storia, nel quale la parola d'ordine è libertà, senza la quale non si avrebbe lo slancio ideale rivolto all'uguaglianza delle donne e delle minoranze, le manifestazioni per la pace e per i diritti. Tutti questi fenomeni e ciò che ne consegue hanno effetto diretto sul campo delle arti. Nel '68 la voglia di togliere alle grandi società il "potere del calcolo" porterà all'invenzione del personal computer, che rivoluzionerà il mondo della tecnologia.
Nl settore del design si inizia a sperimentare con nuove forme, colori e tessuti.
Nel 1970, Claude Parent e Paul Virilio, presentano un padiglione alla Biennale di Venezia con l'intento di ibridare l'arte con l' architettura, all'interno del quale una serie di artisti avrebbe esposto le loro creazioni. Rimane evidente che non sono le opere quello che si va a vedere, ma è lo spazio realizzato agli architetti che vanno a ricercare una dinamica diagonale ottenuta con un percorso a zig-zag a diverse quote. In architettura, comunque, questi concetti di liberazione arrivano più tardi, intorno ai primi anni '70.
Per le olimpiadi del '72, si realizza a Monaco il parco olimpico che vede collaborare diversi esperti nel settore, tra i quali Frei Otto. Il messaggio che si vuole lanciare con la realizzazione di una copertura con una tenda in tensostruttura è proprio la trasparenza, la vitalità, l'apertura al mondo.
Queste idee sono anche presenti nel progetto di Musmeci nel 1969 per lo stretto di Messina, che realizza il ponte attraverso una grande struttura membranale.
In America, nel 1971, John Johansen realizza il Mummers Theatre, che si presenta come una musica viva in uno spazio, le parti sono connesse come se fossero parti di un meccano.
Nel 1971, a Parigi, Piano e Rogers progettano il Centre Pompidou, con un'architettura senza stile, basata sulla presenza delle nuovi funzione nella società di massa. Da un lato l'edificio rappresenta l'idea industriale dell'architettura, dall'altra una nuova idea di gioco che uniscono cultura e spettacolo.
L'idea che si va a diffondere è quella della flessibilità degli spazi, delle diverse adattabilità nel tempo degli edifici, della perfezione formeranno poi quello che viene identificato come Hi-Tech.
Sempre nel '71 Foster progetta uno show room e lo pone come perfetto equilibrio fra ricerca di flessibilità e la trasparenza e lo spazio indifferenziato, elementi cari al primo Mies.
Nasce in questo contesto, con il cambio dei valori culturali, dei riferimenti sociali e le modifiche nella popolazione , l'interesse verso la comprensione delle scale intermedie dell'abitare.
In architettura si forma così quella definita di "partecipazione", dove il cliente è chiamato a decidere con l'architetto al fine di avvicinarsi alla realtà del vivere e ai desideri concreti degli abitanti.
Emblematico è il caso del campus di medicina realizzato da Lucien Kroll attraverso un continuo scambio di idee e di soluzioni. Sulla sessa scia si muove anche il progetto di Giancarlo De Carlo per il Villaggio Matteotti a Terni.
Nei progetti si ricercano le relazioni fra le diverse sfere dell'abitare promosse direttamente dai residenti e si sviluppano secondo la logica del tessuto.
Nasce nei paesi nordici il movimento del cohousing grazie all'architetto Gudmand-Hoyer che promuove in un articolo vari principi, fra i quali, la multigenerazionalità degli utenti, l'uso collettivo di alcuni spazi e servizi, la divisione fra sfera pubblica e privata e di un processo progettuale dal basso. Lo studio Tegnestun Vandkunsten realizza il complesso di Savvaerket. Il punto più aòto di questa ricerca sull'architettura di partecipazione è il Byker Wall, di Ersine, in Scozia. Progetta un grande muro ondulato che da una parte segna il profilo della città, dall'altro protegge l'intervento.
"Tais toi, object" rappresenta lo slogan che incarna la biforcazione del mondo delle arti e quindi anche dell'architettura. Da una parte quindi c'è la volontà di liberarsi dalla schiavitù meccanica e dall'altra un'attenzione particolare per il linguaggio, per la struttura, per la forma. Nascono così movimenti come l'arte povera o l'arte comportamentale. Artisti come Pistoletto, Kounellis, tendono a far sciogliere l'arte nella vita e altri come Paolini invece si muovono su un fronte di astrazione delle forme. Su questo criterio si forma un'architettura che si pone come riflessione sui propri meccanismi.
A Milano nel '68, De Carlo organizza la Triennale incentrata sulla valorizzazione dell'architettura della partecipazione, viene però occupata il giorno dopo da studenti in quanto mostra borghese.
La triennale milanese riapre cinque anni dopo con la mostra curata da Aldo Rossi, con il chiaro intento di rivendicare l'autonomia formale dell'architettura, così il linguaggio in sé diventa il centro della riflessione architettonica. In America è forte l'influenza di Chomsky e di Barthes in Francia.
John Summerson dedica un libro alle categorie di analisi linguistica e in Italia, Zevi, contrappone al linguaggio classico quello moderno. Nascono scontri furiosi sul linguaggio dell'architettura. In America, i NY Five propugnano l'estremizzazione del momento sintattico e formale in una chiave del tutto astratta. Questi sono, Eisenman, Graves, Hejdu, Meier e Gwathmey che si presentano in un simposio al MOMA. La personalità più influente è Eisenman, che sulla scia di Rowe, si concentra sull'analisi formale degli edifici e rivendica la centralità dei processi sintattici che ne formano l'opera. Altro influsso nell'architetto è quello dell'arte concettuale con la scarnificazione delle forme. Eisenman appoggia anche le tesi del filosofo e psicologo Foucault, affermando che non c'è stat rivoluzione nell'architettura moderna perchè inevitabilmente si rimasti legati a Rinascimento con una concezione nel quale l'uomo è al centro. Egli propone dunque la rottura della centralità umanistica a favore della ricerca estetica.
Acquistano valore i disegni assonometrici che illustrano i passaggi evolutivi dell'opera. Nasce la Cardboard architecture e l'attenzione verso le case, Eisenman nel '67 ne progetta una serie come se fossero composizioni musicali. Egli teorizza il concetto di implosione, un'esplosione delle pareti, dei piani, dei volumi che non invade l'esterno, ma è rivolta verso il dentro. L'architettura quindi come ricerca su se stessa prima ancora che sul mondo.
I NY Fie operano in modo differente l'uno dall'altro. Hejduk si basa sulla ricerca lecorbusierana incentrata sui volumi puri. Le prime case di Graves giocano con il collage, con la presenza quasi surreale di pannelli dipinti. Le opere di Meier invece si muovono sul comporre astratto di una nuova forma di figurazione e dall'uso del bianco come non colore.
Questa ricerca ossessiva del linguaggio porta però a chiudere la ricerca architettonica su se stessa.
A metà degli anni '70 si muovono ricerche meno estreme di quelle dei New York five, ad esempio in Portogallo si afferma Alvaro Siza ispirato da un processo geometrico e di semplicità austera di costruzioni della sua terra. In Giappone compare Tadao Ando che affianca alla grande forma architettonica una grande sapienza nel controllo della luce. In Italia Mario Botta, con l'influenza di Kahn, crea opere con forme pure a contatto con l'ambiente. Popolari sono e case che progetta, quale ad esempio quella di Riva San Vitale del 1973, nella quale elabora una dialettica di contenitore-contenuto, articolando prima i volumi e poi gli spazi , i piani e i livelli. L'idea è quella di avere un contenitore svuotato dentro il quale si colloca uno scrigno articolato e libero, cosa che però poi perderà con gli anni andando a banalizzare le tensioni tra il sistema esterno e quello interno.
Sempre in Ticino si muove lo studio di Campi e Pessina che guarda al razionalismo italiano. Dal 1975 con al mostra "Tendenza-nuova architettura in Ticino" si porta avanti nel panorama internazionale una ricerca di onestà costruttiva, di eleganza di forme e proporzioni che nascono dalle ragioni del progetto.
Il critico Blake inizia ad attaccare le impostazioni del movimento modernista dove propone i fallimenti e critica la rigidezza della prima architettura funzionale.
Nel 1977 Jencks in un saggio afferma l'avvio di una nuova epoca inclusivista, aperta e libertaria. egli definisce tre aspetti che caratterizzeranno quello che poi verrà concretizzata con l'architettura post-moderna. Il primo è un ritorno consapevole della figurazione contro l'astrazione, cercando di ridurre la distanza tra l'architettura d'elite e quella popolare. La ricerca dei significati popolari si muove sulla via della memoria, riprendendo elementi del patrimonio classico degli ordini. Il secondo elemento è la centralità nuova che assume il luogo, il contesto, rivendicando l'aderenza alle radici culturali dei singoli luoghi. Il terzo elemento è l'assunzione di centralità de tema della città. Graves realizza imponenti edifici pubblici con una sovrabbondanza di citazioni classiche. In America si comincia a costruire sempre di più nella nuova maniera piena di memoria.
Nel 1973 con la crisi petrolifere ci si accorge dell'utilizzo indiscriminato delle risorse naturali. Il territorio esterno alle città diventa sempre più oggetto di studi. Il centro della ricerca si sposta dall'espansione alla conservazione. Questo mutamento coinvolge i musei nella seconda metà degli anni '70, edifici in grado di conservare la cultura dell'eredità del passato e allo stesso tempo valorizzare la città. Si inizia ad andare anche verso un processo di multifunzionalità dell'organismo.
Il paese d'avanguardia in tema museale è la Germania, con gli architetti Stirling e Hollein che hanno la presenza del frammento nel loro repertorio espressivo.
Sritling è uno degli architetti di maggiore successo negli anni '70, egli forza alcuni elementi della composizione per creare un deciso mondo di "forme". Nel progetto per il centro di Derby la sua architettura viene definita manierista. Hauser chiarisce questo movimento tramite un saggio, affermando che la razionalità è la forza motrice dell'architettura, guardando verso le soluzioni moderne delle nuove tecniche ma che dal punto di vista formale si muove verso l'uso della storia. Stoccarda è la città che riesce a racchiudere tutte queste caratteristiche, nel museo di Stato progettato da Stirling, egli riesce a tenere iniseme l'opera sviluppando il tema del frammento e sposando il tema del finito-non finito utilizzando un impianto planimetrico molto rigido. Atteggiamento molto vicino a questo lo ha Hollein, che grazie alla sua capacità creativa e allo stridore degli accoppiamenti , una proprio caratteristica. Egli teorizza molto anche le strutture ipogee.
Meier invece, non adotta la logica frammentaria di questi due architetti, ma adotta un linguaggio astratto di derivazione neoplastica. Importante è citare il museo che realizza a Francoforte poiché realizza un complesso sulla base di una griglia derivante dalle giaciture urbane.
La relazione con la storia è presente anche nella sistemazione della zona dell'Acropoli, che il Tafuri definisce "rammemorato". Per Tafuri l'opera è utopia.
Tutte queste architetture, innestate dei grandi moti rivoluzionari e liberatori del '68, non sono riuscite a imporre una presa sulla nuova società  perché le sperimentazioni, se pur significative, sono rimaste marginali e minoritarie. A metà degli anni '70 la ricerca di architettura appare come strangolata, non è possibile nessuna rinascita. Chiudo così come ho iniziato, citando John Lennon nella sua ultima intervista: "gli anni '60 erano pieni di speranze e poi si sono tutti depressi, e i '70 sono stati terribili". 


Mario Botta- Wellness centre 'Tschuggen Bergoase'
Arosa, Svizzera- 2006Be

Ad Arosa il confronto fra uomo e natura è una costante sottolineata da un potente paesaggio. Ad Arosa riaffiora lo spirito della lotta ancestrale fra l’uomo e la montagna.r
Botta immagina di costruire senza costruire, di affermare la presenza del nuovo attraverso dei corpi emergenti (foglie, alberi, lucernari con una propria geometria) e lasciare interrato il grande volume con il programma funzionale.
La copertura degli spazi ipogei si trasforma così in un palcoscenico segnato da presenze geometriche vegetali, segni che incuriosiscono il visitatore e portano una forte luce negli spazi sottostanti durante il giorno e che irradiano luce durante la notte.

Quello che normalmente verrebbe considerato come un grande volume scompare nella terra lasciando emergere solo queste “antenne” vegetali e meccaniche nel contempo che, nell’economia del villaggio diventano segnali di una struttura a carattere ricreativo e collettivo.
Lo spazio interno si presenta come un unico grande ambiente terrazzato che segue l’andamento del pendio per limitare le opere di scavo. Il disegno della pianta è pensato in modo modulare così da permettere la massima flessibilità nella dislocazione delle varie funzioni che nel progetto presentato seguono le indicazioni date dalla committenza.

Lo spazio interno si divide in quattro piani e due ponti di collegamento ordinati uno sopra l’altro. Il piano terra (1856.51 s.l.m.) accoglie la maggior parte delle attrezzature per il fitness, parte della zona tecnica e il guardaroba per gli utenti esterni che accedono direttamente a questo piano. Il primo piano (1859.81 s.l.m) ospita i settori tecnici e le zone di trattamento: centrale HLZ, settore tecnico piscine, cabine per il trattamento del corpo e cabine di bellezza, solarium, parrucchiere, negozio, toilette, magazzini. Al secondo piano (1859.11 s.l.m) si trovano la connessione al Tschuggen Hotel attraverso un ponte vetrato, la reception, gli spazi per il personale, i guardaroba per gli utenti, toilette, e il “mondo sauna” con la relativa area rilassamento. Il terzo piano (1866.11 s.l.m) accoglie il “mondo acquatico” con diverse vasche per nuotare e rilassarsi, toilette, spazio rilassamento, magazzini.
Gli spazi esterni (sauna, solarium, piscina) sono raggiungibili direttamente dal settore delle piscine interne e posti su un terrazzamento privilegiato, immerso nella natura.goase'







Studio dell'opera






Il Bang e la scacchiera- riferimenti per il progetto



















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