La materialità della natura nell'arte
Natura e Materialità
Analogie tra Spoglia d’Oro su Spine d’Acacia di Giuseppe Penone e Trionfi e Lamenti di William Kentridge.
La natura è protagonista in entrambe le opere, utilizzata
come principale strumento di rappresentazione.
Penone utilizza spine di acacia, seta, tele in legno e
sfoglia d’oro che seguono il disegno delle sue stesse labbra, riconoscibile da
una certa distanza grazie all’accostamento più o meno ravvicinato delle spine,
concentrate nelle zone d’ombra e totalmente o quasi assenti in quelle di luce.
Al centro dell’opera, nella fessura delle labbra, è
evidente un punto di luce simboleggiato dal foglio d’oro.
Interessante il contrasto tra soggetto rappresentato, simbolo
di dolcezza e sensualità, e il materiale utilizzato (le spine) oggetto
associato al dolore, pungente.
Allo stesso modo, nell’opera di Kentridge, il disegno è
percepito grazie ad uno studio di pieni e vuoti, questa volta lavorando con la
patina biologica e smog presente sul muro delle sponde del Tevere, realizzando
le figure in negativo, come “incisioni rupestri” moderne in grande scala
raffiguranti la storia di Roma.
Trionfi e Lamenti
supera l’idea di arte immortale, perché effimera e destinata a svanire
inglobata nei futuri strati. L’opera può essere letta sia come un intento di
riqualificazione di una cesura importante ed ingombrante di Roma, sia come una
denuncia nei confronti della situazione ambientale attuale: viene utilizzato un
elemento naturale motivo di scontento e degrado per dare vita a dell’arte.
Entrambe le opere d’arte evidenziano il rapporto con la
natura attraverso un nuovo campo di immagine, la differenza sta nella ricerca
dell’impiego, nella durabilità nel tempo e nei soggetti rappresentati.
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